La proposizionale nel rapporto di Counseling

Tesi di Adriano Bontempi (counselor-rebirther, formazione professionale all'Istituto Oceano Sintesi di Milano nel 2001-2003 /// master Reiki Usui dal 1996)

Anno accademico 2001-2003

Discussa in data 08 maggio 2004 all'Istituto Oceano Sintesi di Milano

 

INTRODUZIONE

La presente tesi è frutto della mia esperienza sia come allievo del corso di formazione professionale triennale di “Oceano Sintesi” ( Istituto di Counseling Integrato e Respirazione Metacorporea ) ideato e condotto da Gian Marco Carenzi ( psocologo, laureato in scienze motorie ) sia come operatore nella relazione di aiuto alla persona in quanto counselor in formazione negli anni 2001, 2002 e 2003 del succitato corso, sia come conduttore di altri seminari esperienziali riguardanti la ricerca interiore e crescita personale.

 

MODELLO DI RIFERIMENTO

Il counseling, secondo me, può essere definito un rapporto consiliare paritetico fra due esseri umani con ruoli diversi e nel reciproco rispetto.
Nel modello di rapporto di counseling cui faccio riferimento è possibile far coesistere approcci e strumenti differenziati. Strumenti bio-energetici, come ad esempio il respiro,che, utilizato nella metodica della Respirazione Metacorporea da me appresa durante il corso di formazione, può essere applicata all’interno del rapporto di counseling. L’apprendimento, l’applicazione e l’integrazione di questi ed altri approcci e strumenti dipendono dalla formazione specifica del counselor. Ritengo che il counseling integrato con approcci e strumenti compatibili consenta, nel sostegno alla persona, di aumentare le probabilità di essere d’aiuto al cliente.

 

APPROCCIO

L’approccio cui mi riferisco ha per modelli il pensiero umanistico e trans personale applicati nel rapporto di counseling.
Tutto questo, per me, è un sistema con il quale è possibile esprimere la potenzialità di essere d’aiuto; è anche un’opportunità per rimanere in contatto con se stessi, con gli altri e con le particolarità della natura umana come ad esempio la libertà di autorealizzazione, la fiducia nel mettere in atto le proprie capacità, la sicurezza nel vivere le proprie emozioni. Inoltre c’è la possibilità di cambiare nel rispetto, nella comprensione e in armonia con le esigenze proprie della Vita; nonché di applicare scelte consapevoli e responsabili, di elaborare nuove proposte creative e sviluppare più efficaci modelli di comunicazione.

 

METODO

Comunicando quotidianamente, la conversazione può essere superficiale e non spontanea, l’ascolto e l’attenzione possono essere carenti o addirittura assenti, ciò può generare equivoci e incomprensioni nei rapporti interpersonali con conseguenze che si ripercuotono su quanto viene vissuto intimamente ed esteriormente da un individuo.
Nel rapporto di counseling, la comunicazione è ( o dovrebbe essere ) globale, c’è ( o ci dovrebbe essere ) l’auto-ascolto del counselor sul proprio intimo sentire, c’è ( o ci dovrebbe essere ) l’attenzione al linguaggio del cliente, alla comunicazione intesa come ciò che viene detto, come viene detto, sottinteso e non detto; attenzione quindi alla comunicazione verbale e non verbale.

 

Nel counseling ci sono delle fasi particolari:

-    L’accoglienza, intesa come la capacità di mettere a proprio agio l’altra persona, invitandola ad “aprirsi” in un contesto adeguato che tenga conto dell’ambientazione nella quale svolgere la sessione di counseling ( setting ). Nel primo colloquio, l’accoglienza comprende inoltre la decisione, da parte del counselor, di prendere in carico il cliente.

-    Le domande, adatte a fare in modo che il cliente sia stimolato ad esprimere i propri pensieri, sentimenti, emozioni.

-    La proposizionale, fase in cui il counselor indica punti di vista nuovi o alternativi, propone il dubbio creativo, esprime il feedback e spunti per l’auto-riflessione del cliente.

-    La consegna, eventuale e concordata, di utilità pratica per il cliente in funzione di un’ulteriore approfondimento, chiarezza e continuità nel rapporto di counseling.

 

LA FASE PROPOSIZIONALE

Nella fase proposizionale il counselor dovrebbe essere propositivo in accordo con il proprio ascolto emotivo, la propria esperienza e l’intuizione spontanea del momento, con l’obbiettivo di indurre un cambiamento produttivo, stimolando l’autoriflessione del cliente in relazione ai suoi disturbi.
Per questo sono importanti delle modalità, come ad esempio insinuare il dubbio creativo, utilizzare la semantica, esprimere dei feedback e cogliere le contingenza.

“Insinuare il dubbio creativo” cioè fare confrontare con delicatezza e rispetto, al cliente, il suo modo di agire e il risultato del medesimo. Questo può generare nel cliente un’intuizione repentina ed imprevedibile ( insight ) e sospingerlo verso un cambiamento costruttivo.

“La semantica” ovvero utilizzare il proprio linguaggio allineandolo al linguaggio del cliente, agevolandone così la disponibilità al cambiamento.

“Il feedbak”: poche parole mirate di sostegno e di non-giudizio, che il counselor rimanda al cliente in base alle proprie intime sensazioni, in relazione a ciò che il cliente gli sta comunicando, per stimolare una lettura diversa degli eventi.

“Le contingenze” sono i collegamenti colti fra ciò che il cliente esprime in quel momento e ciò che il counselor evidenzia in relazione al proprio vissuto. Quando viene comunicata facilita la comprensione dell’accaduto.

È opportuno dunque da parte del counselor, non essere invasivo, non assumere un ruolo giudicante e non imporre il proprio particolare punto di vista. Ciò che il counselor propone non è da considerarsi verità assoluta e deve essere soggetto al vaglio e verifica da parte del cliente. Se quest’ultimo trova che gli spunti ricevuti “risuonino” in lui, può mettere in atto un genuino cambiamento, generando così uno sblocco della situazione problematica.

Se il counselor è in un momento di particolare fragilità psicofisica, può avere difficoltà a rimanere in ascolto attivo e la sua proposta essere inadeguata, perciò il cliente si può maggiormente confondere, viene così a mancare l’opportunità di dare effettivo sostegno alla persona.
Ciò può accadere anche in presenza di un movimento emozionale inconscio, in base al vissuto del cliente nei confronti del counselor ( transfert ) o viceversa un movimento emozionale inconscio del counselor, in base al proprio vissuto, nei confronti del cliente ( contro-transfert ). Questi movimenti inconsci di transfert e contro-transfert, possono essere molto forti e destabilizzanti per il cliente, per il counselor o per entrambi. In situazioni di questo tipo può essere opportuno, per il counselor, avere un punto di riferimento esterno che lo aiuti a chiarire le dinamiche in corso ( supervisione ). Attraverso tale approfondimento, egli può arrivare a considerare l’invio del cliente ad un collega o ad un contesto terapeutico alternativo.

 

ESEMPIO

Espongo ora un parziale colloquio di counseling, in cui ho partecipato nel ruolo di counselor, come esempio riassuntivo della fase proposizionale.

Presentazione del caso in generale:

Donna di 40 anni, separata da 4 anni con figlia di 8 anni a carico, attualmente single. Lavora come impiegata d’ufficio presso ditta privata.

Richiesta d’aiuto per migliorare i rapporti interpersonali; lei si sente inadeguata e tradita.

In genere si esprime con immagini e gesticolando.

 


Colloquio ( dopo alcuni incontri )

Cliente:……senti, lo sai che qui, al centro del torace, sotto il seno, oggi ho un peso? Ma è come se ci fosse vuoto, ho l’impressione di avere a che fare con un mostro e qui è la sua tana.

Counselor: ciò che percepisco ora di te è un desiderio di dolcezza e stima.

Cliente: la dolcezza la do per scontata … e poi dietro la dolcezza c’è la fregatura.

Momento di silenzio reciproco……

Cliente: sai, mi piace la dolcezza, a volte ottengo anche dei piaceri, ma poi non sono capace di ricambiarli.

Counselor: senti, non ti sembra che le tue relazioni siano utilitaristiche e ti metti tu stessa nelle condizioni di essere fregata?

Cliente: può darsi. Non ho mai considerato l’idea di essere io la responsabile delle mie fregature. Anche nei rapporti con gli altri difficilmente do senza pretendere qualcosa in cambio … escludendo il rapporto con mia figlia.

Counselor: se ho ben capito, mi stai dicendo che nel rapporto con tua figlia dai senza aspettarti nulla in cambio.

Cliente:si, il rapporto con mia figlia è buono, mi sembra che anche lei stia bene con me.

Counselor: potresti adottare le modalità del rapporto che hai con tua figlia e metterle in atto anche con altre persone.

Cliente: già, posso provarci ……….

 


Epilogo:

Nell’incontro successivo mi ha comunicato la sua percezione di ritrovata leggerezza e una migliorata sensazione di adeguatezza quando sperimenta il “lasciarsi andare” facendo ciò che sente intimamente senza preoccuparsi del risultato.

 


Commento:

Mi aveva colpito il suo modo deciso di indicarsi il petto e il tono commosso della sua voce, così anziché soffermarmi sulla metafora che, per quanto interessante, ho percepito superficiale. Per questo le ho dato un rimando sulle sensazioni che ho sentito più in profondità; ciò, a mio parere le ha fatto spostare l’attenzione verso quello che sentiva intimamente, al di là delle immagini da lei proposte, generando prima una sua reazione e nel momento del silenzio una riflessione, per poi accogliere l’indicazione che stava già utilizzando delle modalità di relazione produttive e soddisfacenti. Da qui il suggerimento che avrebbe potuto ampliare il raggio d’applicazione aumentando la possibilità di avere relazioni interpersonali a lei adeguate e gratificanti; situazioni che lei in seguito ha sperimentato spontaneamente e con esito favorevole.

 

CONCLUSIONE

In definitiva, nella fase proposizionale, ci sono delle potenzialità per fare chiarezza, evidenziando l’eventuale ambiguità del cliente nei confronti dei suoi disturbi e mettere in relazione il conflitto esistente ( anche se non ancora riconosciuto ) tra la persona, il suo agito e il suo rapporto emotivo con quello che sta vivendo. Ciò può permettere al cliente di integrare tutto questo secondo i suoi tempi e ritmi, per migliorare il rapporto con se stesso e con gli altri.


LIBRI UTILI

1)    Abilità di Counseling – Margaret Hough – Edizioni Erickson

2)    Counseling – Marcella Danon – Edizioni RED

3)    Il Respiro che Guarisce – Gian Marco Carenzi – Edizioni Tecniche Nuove

4)    La Tempestosa Ricerca di Se Stessi – Christina e Stanislav Groff – Edizioni RED

5)    Le 5 Ferite – Lise Bourbeau – Edizioni AMRITA

6)    Verso una Psicologia dell’ Essere – Abraham H. Maslow – Edizioni Astrolabio / Ubaldini Editore

 

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